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A colpi di luce: Viola Pantano

A colpi di luce: Viola Pantano


Questa puntata di A COLPI DI LUCE, vi risulterà un po’ anomala. Abbiamo chiesto alla giovane artista Viola Pantano di rispondere alle domande, tipiche della nostra rubrica. La sua risposta è stato tanto inusuale quanto anticonformista. Ci ha proposto una versione un po’ rivisitata e noi, con molto piacere, le abbiamo dato carta bianca e ci siamo fidati.

“Immergersi nel mondo di Viola Pantano, vuol dire collocarsi al cospetto dei soggetti ritratti e unirsi a loro in una dimensione al limite tra spazio e tempo, dove un interminabile attimo di pura e sconfinata immaginazione viene trasmesso con nitida maestosità. Un luogo dove se si ha la volontà di abbandonarsi, si troverà un invito a godere del viaggio creato da un’artista la cui arma più preziosa è la capacità di sognare.” (Charlotte Cirillo)

V.
: Sono nata un venerdì del 1987 ad Alatri, uno spazio suburbano dove, la contemplazione del rapporto uomo-natura e realtà-immaginazione  alimenta inevitabilmente la mia visione alterata della quotidianità.

Il mio percorso inizia all’interno di un Collettivo Artistico che si occupa di danza Sperimentale da circa 10 anni. Parallelamente, il contatto sempre più diretto con la ricerca dell’espressione contemporanea mi ha condotto ad approfondire la mia conoscenza nelle arti visive.

…lo sconvolgimento del reale, attraverso la fotografia e il video…folgorante!…

Mi nutro spesso di dinamiche difformi per giungere alla conclusione dei miei lavori… Osservo l’arte con estrema curiosità e l’avverto come una casa senza pareti dove si può mangiare in camera da letto e dormire nel ripostiglio, dove è però necessario che ognuno di noi faccia ordine e sappia attribuire ad ogni spazio un’identità ben precisa. Cerco, nel realizzare un’opera, di sperimentare un’utopia, una visione e di proiettare nel reale un’ordinaria follia, cercando di convincere, anche me stessa di poterci vivere.
Proprio come ci dice Sandy Skoglund: “Le mie immagini appaiono come sogni agli altri, non a me”

I protagonisti dei miei lavori devono inevitabilmente essere in grado di scaturire in me un qualche impeto… instauro con loro sempre un certo tipo di rapporto precedente allo shooting… non sto semplicemente per fotografarli ma mi aspetto da loro un’interpretazione al limite tra tangibile e impalpabile, tra composto e disinibito….. l’atto fotografico per me è un espediente, un passaggio per giungere alla mia soluzione. Ed è anche per questo che non reputo fondamentale entrare nei dettagli dell’attrezzatura fotografica che utilizzo (come mi era stato richiesto tra le domande ) perché lo trovo poco interessante… rispetto al valore primario che ricopre l’IDEA…. Tutto il resto compone solo il processo per pervenire un frutto ben maturo.

Mi ritrovo spesso a fondere molteplici tecniche, apprese nel tempo o che sperimento in base all’intento per poi far finta che quello che si vede è Solo una fotografia………
Ecco cosa cerco da un’opera: …”Una Menzogna raccontata nel migliore dei modi.”

Ringraziamo Viola per averci concesso il suo tempo e vi invitiamo a visitare il suo sito: http://www.violapantano.com/


 


Alessandro Rossi

Alessandro Rossi, fondatore di organiconcrete e pseudo studente di Ingegneria Edile-Architettura presso "La Sapienza" di Roma. Ossessionato dai buchi temporali, dall'eta adolescenziale, dal trascorrere del tempo, dai rapporti umani e dall'arte. Irrimediabilmente fesso.

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