Parole che non sono innocue


Alcuni gesti insensati.
Tutti gli avvenimenti che non dipendono da me.
Il suono prolungato e familiare di campanelle scolastiche.
La certezza che non avrò più sedici anni.
Gli amori che cominciano, che è molto prima di quando cominciano.
Tutte le persone che non sono belle, o che sono brutte, poi quando le conosci diventano più belle, sempre.
L’odore di pane del primo mattino. Le passeggiate.
Tutti i sogni di una notte, tutte le feste a sorpresa.
Quelli che aspettano e guardano l’orologio e poi finalmente in fondo alla strada vedono chi aspettavano.
Il giorno in cui fa abbastanza freddo da dover tirare fuori dall’armadio il primo maglione e infilarlo mentre scarica corrente.
Quelli che smettono di fumare, quelli che escono la mattina dai portoni e coprono gli occhi dalla luce.
Il momento in cui i padri dicono: e va bene, i risvegli dalle operazioni chirurgiche, le strade appena bagnate dal camion che le pulisce, il profumo del giornale quando lo prendi tra le mani.
Tutte le donne nel gesto di legarsi i capelli.
Anche il giorno in cui ho deciso che non avrei più spedito cartoline.”Francesco Piccolo, nel suo libro, li chiama momenti di trascurabile felicità: quegli attimi in cui tutto sembra volgere a nostro favore, quando non importa se ci sia il sole o la pioggia o il buio o la nebbia perchè siamo leggeri dentro, quei giorni in cui riusciamo persino a sopportare nostro fratello che puntualmente lascia tutto in giro o lo sporco sulle scarpe nuove appena indossate.
Questa settimana io mi sono sentita esattamente così, immersa in piccoli infiniti momenti di trascurabile felicità; quindi oggi ho deciso di scrivere a tutte quelle persone che non si accorgono, che non fanno caso, che non guardano; a tutti quelli che non si fermano neanche un attimo a riflettere sulla bellezza che ci circonda, su quanta bellezza ci circonda, su quanta allegria si può nascondere dietro ogni cosa, su quanto potremmo avere, sentire, respirare, percepire, se solo ci soffermassimo a osservare.
Oggi scrivo a chi si è perso e crede che sia troppo difficile ritrovarsi, a chi dovrebbe rincorrere il suo grande amore e invece resta fermo e non fa nulla, a chi tiene il broncio senza un perchè, a chi è triste ma un vero motivo non c’è; scrivo a chi perde sempre le pantofole sotto il letto e a chi dal letto non vorrebbe alzarsi mai, a chi preferirebbe che fosse sempre oggi ma il domani comunque chiama, a chi non ha il coraggio.
Scrivo a chi ha smesso di sognare.
E scrivo anche a me, per ricordarmi dei miei personali momenti di felicità.
Quando sto per finire un libro e in realtà vorrei non finisse.
Il bacio di notte prima di salire a casa.
Cambiare città, paese, regione, lasciando tutto alle spalle.
Quando capisco che sto per addormentarti.
Quando so amare.
Quando ho tempo per non fare niente.
Quando mi accorgo che della vita mi posso ancora stupire.
Quando cammino con le musica nelle orecchie e penso che, in fondo sì, non va poi tanto male.

 

 


Alice Innocenti

Alice Innocenti, ventun anni, amante delle parole. Di ogni tipo di parola. "Nella vita vera non posso cancellare, tornare indietro, ripensare a quello che ho detto, correggerlo. Allora scrivo. Per prendermi la rivincita sulle parole. Per raccontare come sarebbe andata se avessi scelto quelle giuste".

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