Ci sono persone che io considero esempi di vita, modelli assoluti; persone che, secondo me, hanno vinto tutte le battaglie che un uomo possa affrontare e soprattutto la più importante: quella contro sè stessi.
La prima è mio padre: ecco, se dovessi scegliere che donna diventare, che persona essere, io sceglierei lui, sceglierei di crescere come lui, con la sua forza e la sua pazienza, con la sua saggezza e il suo animo.
La seconda è una donna eccezionale, uno spirito libero capace di non ascoltare nessun altro se non il suo genio; una persona capace di pronunciare una frase che per me suona come una Bibbia: “All’improvviso, tutti si sono dimenticati della libertà e del diritto che ha ciascuno di noi di fare quello che vuole, quando vuole e con chi vuole!”
Ecco quello che dovrebbe suggerirci: riconsiderare, fermarsi un attimo, cambiare prospettiva.
E io sono a favore di tutto questo, sono a favore del diritto alla felicità, sono a favore degli omosessuali e dei trans in parlamento, delle lauree in lettere e della libertà che ogni donna ha di scegliere se diventare madre oppure no.
Sono a favore di chi segue la mente tanto quanto il cuore, di chi continua a inciampare e a cadere, di chi corre, corre e corre; sono a favore di chi sa guardare al tempo come un compagno e non come un nemico, di chi non vuole saltare nemmeno un giro di giostra.
Perchè, alla fine, chi è che stabilisce quali sono le cose davvero importanti, da che parte sta il giusto, come si impostano le regole?
Ognuno, la vita, se la costruisce a suo modo, con le proprie priorità, i propri pugni nello stomaco, le proprie certezze; ognuno decide da sè la quota da puntare, la posta in palio, i rischi da correre.
Ognuno pondera se ne vale la pena, oppure no.
E, forse, certe persone me le sento dentro così tanto anche per questo.
Per come sanno scegliere, per come rischiano, per come sono capaci di vivere in un modo che per me non esiste.
Per come sorridono, per come sanno sentirsi leggere, per come mi fanno sentire leggera.
Per come se ne girano con la loro libertà in tasca, esibendola come un trofeo.
Una vittoria, semplicemente.
Ecco, credo proprio che se mai avrò un figlio lo chiamerò Libero, sì proprio così: Libero.
Perchè possa sempre ricordarsi, che, guardandoci allo specchio ogni mattina, quello che più conta è non tradire il nostro riflesso, non tradire noi stessi.
Libero, sempre.
Di dire.
Di fare.
Alice Innocenti
Alice Innocenti, ventun anni, amante delle parole. Di ogni tipo di parola. "Nella vita vera non posso cancellare, tornare indietro, ripensare a quello che ho detto, correggerlo. Allora scrivo. Per prendermi la rivincita sulle parole. Per raccontare come sarebbe andata se avessi scelto quelle giuste".
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