“Il passato non si può ricreare.”, scrive Chuck Palahniuck, “Puoi fare finta. Puoi illuderti, ma ciò che è finito non torna.”
Ecco, io credo che ognuno di noi dovrebbe imparare a convivere con questa cosa qua, imparare a salutare, a lasciare andare, a non trattenere; imparare che la vita è fatta di parentesi, di cicli, di cerchi che si chiudono e di qualche piccolo accecante bagliore che ci accompagna in questo viaggio e non ci lascia mai.
La vita è fatta di cicli, è una cosa che non mi stancherò mai di ripetere.
Lo dico all’amica che piange perchè la sua storia è finita, allo sguardo triste di chi rimpiange con nostalgia il liceo, chi sogna ancora quella vacanza ormai andata.
Ed è estremamente triste, lo so, perchè credi di possedere un mondo, uno spazio che conosci a memoria, di cui ricorderesti anche ad occhi chiusi ogni dettaglio, che ti appartiene, che è tuo. Poi ti svegli, una mattina e non c’è più niente, niente mondo, niente spazio. Così inizi a cercare, a capire, a ricordare; così stringi forte i pugni per trattenere quel poco che è rimasto e che è destinato inesorabilmente a scivolare via.
E’ la vita: niente dura per sempre, se non nella nostra mente.
Così, nella mia, c’è ancora il caffè che qualcuno mi preparava ogni mattina, il mio banco pieno di frasi scritte, i ghiaccioli dei pomeriggi d’estate passati a guardare Dowson’s Creek, quelle scale.
Nella mia di mente ci sono, buttati qua e là, tutti i pezzi dei mondi e degli spazi che ho avuto: c’è un viaggio a Parigi, tanti soprannomi, i pomeriggi in motorino sul Lungotevere, una gita a Madrid; e ancora telefonate nel cuore della notte, tre ore di una giornata di Luglio, una panchina e poi parole, tante parole.
Ma sono lì e lì devono restare, coperti da quella patina che solo le cose preziose meritano e pronte sempre a ricordarmi chi sono e da che parte sto andando.
Alice Innocenti
Alice Innocenti, ventun anni, amante delle parole. Di ogni tipo di parola. "Nella vita vera non posso cancellare, tornare indietro, ripensare a quello che ho detto, correggerlo. Allora scrivo. Per prendermi la rivincita sulle parole. Per raccontare come sarebbe andata se avessi scelto quelle giuste".
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