Io amo la Domenica sera, ma odio il Lunedì mattina: una nuova settimana che inizia, la spesso deludente prospettiva di giorni sempre uguali, di ore che sono sempre le stesse, di ritmi che non cambiano mai.
E allora mi capita di scrivere.
Una frase, una parola, un punto, la nota di una canzone; cose che da oggi condividerò con tutti voi, ogni Lunedì mattina.
Per sorridere, per riflettere, per ricordare.
Per tenerci compagnia, semplicemente.
Invece di studiare per l’imminente esame di filosofia del linguaggio, io penso.
Proprio quello che non dovrei fare, tutto quello che non dovrei fare.
Eppure continuo.
Penso a come, in maniera incredibilemente veloce, il tempo passi e a come, in maniera altrettanto veloce,tutto si dimentichi.
Perchè, in fin dei conti, cos’è un giorno? Un pomeriggio? Un’ora? Cosa ti dà, cosa ti lascia?
Alle volte un istante che dura l’eternità, altre un susseguirsi di minuti tutti identici, uguali com’è sempre uguale l’orologio da cui rintoccanno.
Eppure, eppure è così che va la mia vita. La mia, come quella di tutti gli altri.
Penso a un anno fa, a quando andavamo allo stadio insieme, a quando giocavi con i miei capelli dicendomi che erano la cosa più bella che avessi mai visto.
Penso a quando ho riempito la tua macchina di cd di Masini, a tutte le volte in cui provavi a cambiare canzone perchè “E ti amo” a te no, proprio non piaceva; a quando camminavamo intorno a Castel Sant’Angelo e parlavamo, parlavamo.
Ecco, penso alle nostre parole.
Penso a che piega avrebbe preso la mia vita se quella sera, davanti a quella porta, Claudia non avesse parlato, se non avesse detto niente. Cosa avrei fatto? Mi sarei innamorata ugualmente? O avrei incontrato qualcun altro? E sarei sempre la stessa, ora?
Penso a perchè uno, nella vita, poi sceglie. E a come lo fa. E se quando l’ha fatto, poi, se ne pente. E se alla fine magari scappa.
E penso che, a volte, sarei voluta scappare anche io.
Con la stessa leggerezza, con la stessa ansia e passione che invece mi hanno fatto restare.
Con la stessa paura.
Alice Innocenti
Alice Innocenti, ventun anni, amante delle parole. Di ogni tipo di parola. "Nella vita vera non posso cancellare, tornare indietro, ripensare a quello che ho detto, correggerlo. Allora scrivo. Per prendermi la rivincita sulle parole. Per raccontare come sarebbe andata se avessi scelto quelle giuste".
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