Made in Italy. Un talento stravagante ed ”egocentrico”. Uno studio accurato delle forme e dei materiali. Sperimentazione, originalità, passione e riconoscibilità…tutto questo e molto altro è Marta Ascenzi, scopritelo con noi leggendo l’intervista che segue:
Quanti anni hai, di dove sei e da quanto tempo ti sei affacciata sul mondo della moda?
Ho 26 anni, nata ad Alatri in provincia di Frosinone, ma in continuo movimento per l’italia, il mio approccio al mondo della moda è avvenuto con la fine del liceo, decidendo di affrontare il campo universitario di fashion design, quindi su per giù 7 anni fa.
Il mondo della moda, lavoro, passione o entrambe le cose?
Passione, prima di tutto passione, pensare un capo d’abbigliamento e riuscire a vederlo realizzato (tra l’altro con le proprie mani) è una soddisfazione unica, in più naturalmente riuscire a vendere i propri abiti realizza ancor di più, perché significa che riesci a soddisfare il gusto della gente.
Qual è il processo creativo che accompagna i tuoi prodotti?
La mia tecnica di lavoro è un’ossessiva lavorazione della lana, intreccio lane differenti con la tecnica del knitting e faccio si che si avvolgano al corpo creando rientranze e promontori.
La mia è una continua ricerca del colore, che inizialmente è pensato unico ma poi si rivela una miriade di sfumature. Da un semplice filato di lana o cotone ne traggo, con il metodo del “lavoro a maglia”, un capo discutibile ma singolare.
A cosa ti inspiri nelle tue creazioni? Qual è la tua filosofia in merito?
Tutte le mie ultimi collezioni derivano da un’estenuante ricerca che ho fatto per la stesura e realizzazione della mia tesi. La tesi in questione era una critica sulla chirurgia estetica, RE_PLASTIC CAMOUFLAGE, tutti i miei capi criticavano per l’appunto i processi chirurgici che la donna è obbligata a fare per sentirsi a proprio agio con se stessa. Uno dei capi che ho realizzato era FAT, una reinterpretazione della fotografia di Irving Penn, dove una donna corpulenta nuda era seduta con gli occhi chiusi stando appoggiata ad un muro, vedendo questa foto ho idealizzato il mio capo e l’ho realizzato con il lavoro a maglia, l’intreccio di fili era l’unico modo per cercare di ricreare la pelle in modo decadente e adiposa. Da questo capo è esplosa la mia voglia di realizzare tutto con i ferri da maglia, quindi le mie collezioni sono prevalentemente in tecnica knitting.
Avendo acquisito la mia tecnica di lavorazione, con una assidua ricerca, creo abiti che si ritrovano nei colori naturali.
L’organico è il mio punto di riferimento.
Tra i materiali che hai a disposizione, quale prediligi e perché?
I materiali naturali, i filati comuni, perché riesco a creare abiti da un semplice filo di lana.
Indicaci un capo must have per una donna e uno per l’uomo.
Per me il Cardigan.
Sia per l’uomo che per la donna, inutile dire che sono di parte, ma non limitiamoci a pensare al cardigan come maglia con i bottoni, oramai ne hanno reinventati di diversi modelli, ampi, stretti, con più bottoni con pochi bottoni con lavorazione di lana senza.
Quindi, ognuno di noi deve avere un cardigan nel proprio armadio.
Fatti una domanda che vorresti ti venisse fatta e datti una risposta.
Come ti vedi tra 10 anni?
La risposta a questa MIA domanda è: “mi vedo fuori dall’Italia che dirigo egregiamente la mia casa di moda, producendo abiti eccentrici e rivoluzionari.”
Progetti per il futuro?
Continuare a concepire il mio prodotto e farmi strada nel mondo della moda, puntando però una fascia di mercato che non segua la massa ma che riesca a valutare di propria testa la validità di un capo.
Un/una fashion designer che ci consigli di tener d’occhio.
Svariati, in primis solamente per far notare la mia egocentricità, una fashion designer da tener d’occhio è Marta Ascenzi, poi in seguito comincio con l’elenco:
Sandra Backlund, Gareth Pugh, Iris Van Harpen e sono solamente tre di una lunga serie…
Ringraziamo Marta per la sua disponibilità e vi invitiamo a seguirla tramite il profilo di TalentHouse http://www.talenthouse.com/mrtdesign
Marta Latini
Mi chiamo mARTa e nel mio nome è racchiusa una parte del mio mondo...amo la danza, il design, l'architettura, la pittura, il didò e adoro le bambole di pezza; ma non sono nè una ballerina, nè un ingegnere, nè un architetto, nè una pittrice, nè tantomeno una scultrice...
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