Per la nostra rubrica A COLPI DI MATITA, abbiamo intervistato l’illustratrice Chiara Attorre.
Quanti anni hai, di dove sei e da quanto tempo fai l’illustratrice?
Ciao! Ho 31 anni, sono nata e cresciuta in Abruzzo, ho vissuto dieci anni a Roma e da due mi trovo a Milano. Disegno da sempre ma ho intensificato e affinato lo stile negli ultimi anni.
Come hai imparato a “disegnare”?
Il disegno può essere una disciplina che si impara con molto allenamento, ma una volta appresa la tecnica, se non si ha dentro un certo istinto artistico, diventa un puro esercizio accademico. Prima o poi il disegno diventa una questione molto interiore, un mezzo espressivo fondamentale. Nel mio caso è iniziato tutto molto presto, sono cresciuta a latte e matite colorate: mia madre mi ha insegnato le proporzioni del corpo a sei anni, disegnavo anche sui muri e giocavo con le squadre e le micromine di mio padre. Ho frequentato poi l’istituto d’arte nella sezione di grafica artistica: da lì ho iniziato a scoprire la questione del contenuto. Quella scuola è stata per me il primo amore, amore lungo senza mai un ripensamento: da lì in poi ho sempre ritenuto le arti visive e la grafica come le vie di razionalizzazione più coerenti con la mia creatività.
La tua è una passione, un lavoro, o entrambe le cose?
Da dieci anni lavoro come art director e graphic designer, mi è capitato di realizzare illustrazioni per l’editoria o per la pubblicità. Porto però avanti la mia personale ricerca artistica indipendentemente dalla professione in agenzia. Ho partecipato a mostre e avuto il piacere di vedere i miei disegni su alcuni libri di illustrazione contemporanea. Amando molto il mondo della moda, ho creato un brand indipendete (laitnoir.it) nel quale le mie illustrazioni caratterizzano vari prodotti come shopping bags, calendari, bijoux). Dopo molta strada, quindi, la cosa che mi da più gioia al mondo è poter dire che… “la mia è entrambe le cose”.
Solitamente disegni prima su carta oppure elabori tutto direttamente su pc?
Fatta eccezione per una serie di illustrazioni vettoriali realizzate qualche anno fà mentre mi annoiavo in ufficio, assolutamente su carta, poi tutto passa necessariamente per uno scanner e diventa digitale, con più o meno elaborazioni in base al disegno.
Da dove trai ispirazione?
Questa domanda è molto difficile, ma posso dire con certezza che disegnare mi viene meglio se qualcosa mi ha creato un turbamento, perchè se sono serena, in genere… cucino, cucio o faccio giardinaggio! Credo sia riconducibile a quel discorso sul sublimare le emozioni con l’arte proprio degli artisti. Io non mi sento un’artista nel senso comune del termine, ma funziona così anche per me.
Che strumenti (e software) utilizzi solitamente?
Uso prevalentemente pennino e calamaio, stilografiche, chine colorate, pastelli, pennarelli. Non so che darei per avere di nuovo l’opportunità di fare incisioni calcografiche, le cui tecniche hanno segnato il mio modo di disegnare. Sull’elaborazione digitale non vado oltre illustrator e photoshop, perchè mi sono più che sufficienti e anzi, confesso che il computer inizia a stancarmi, ma ormai è impossibile farne a meno.
Che consigli daresti agli aspiranti designer/illustratori che desiderano emergere in questo settore?
In Italia manca un vero legame tra comunicazione e illustrazione. Infatti ci sono pochi agenti, molta spazzatura e tanti bravi illustratori italiani lavorano per agenzie estere. Naturalmente per un illustratore non c’è cosa più bella del vedere il proprio lavoro stampato su un libro, utilizzato per la comunicazione di qualcosa o in editoria. Ad ogni modo, quello che conta è crederci anche se non si muove una foglia, scrivere e mandare il portfolio in giro, anche se gli agenti a cui si scrive non rispondono; è fondamentale esplorare stili e tecniche per affinare la propria sensibilità. L’illustrazione entra in tantissimi mondi, prima o poi qualcosa si muoverà. Esistono inoltre molte realtà indipendenti e undergorund nelle quali ritagliarsi uno spazio. Parlo di festival, mostre, eventi.
Sopra ogni cosa, consiglio di disegnare come non ci fosse un domani, per il semplice gusto di farlo. Il che, se ci si crede davvero, basta e avanza.
Ringraziamo Chiara per averci dedicato il suo tempo e vi anticipiamo che torneremo a parlare ancora di lei.
Intanto, se volete ancora ammirare le sue illustrazioni, potete dare un’occhiata al suo sito o volendo potete acquistare uno dei due libri in cui ci sono le sue illustrazioni.
Il sito lo trovate qui: http://www.chiaraattorre.com/
I libri potete acquistarli qui:http://www.victionary.com/book/dark.html
o qui: http://www.grafuck.com/about.html (3° volume)
Alessandro Rossi
Alessandro Rossi, fondatore di organiconcrete e pseudo studente di Ingegneria Edile-Architettura presso "La Sapienza" di Roma. Ossessionato dai buchi temporali, dall'eta adolescenziale, dal trascorrere del tempo, dai rapporti umani e dall'arte. Irrimediabilmente fesso.
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